Ansia e depressione: come può esserci d’aiuto una corretta alimentazione?

Si stima che circa il 15-20% della popolazione abbia vissuto, nell’arco della propria vita, episodi di ansia o depressione, caratterizzati da ricorrenti disturbi dell’umore insieme a bassi livelli di autostima.  

Per quanto le cause che scatenano fenomeni depressivi siano in parte sconosciute, numerosi studi si soffermano sull’importanza di due neurotrasmettitori delle cellule neuronali, la serotonina e la noradrenalina, il cui squilibrio determina il palesarsi del disturbo. 

Come si manifesta la depressione? Quali sono i campanelli d’allarme?

Il disturbo dell’umore (o distimia, o depressione minore) è più frequente tra i 25 e i 44 anni e ha un’incidenza due volte maggiore nelle femmine, sia adolescenti che adulte. 

I sintomi della depressione sono diversi e possono comparire improvvisamente e silenziarsi, per un periodo limitato di tempo. I campanelli d’allarme sono l’apatia, la mancanza di autostima e di cura di sé, la mancanza di concentrazione e di energia, la perdita di interesse per le cose e la diminuzione del desiderio sessuale, associati alla modifica dell’appetito comportante la perdita o l’aumento del peso corporeo, con conseguente deficit nutrizionale.  

Micronutrienti e depressione: quali legami?

Più precisamente, nei soggetti con depressione o con aumentato rischio di depressione, è stato riscontrato un deficit di micronutrienti essenziali, quali zinco, selenio, ferro e magnesio e di vitamine D, B12, B6 e folati. Inoltre, la maggior parte degli studi che trattano l’argomento evidenzia come un’alimentazione ricca in cereali, semi oleosi e legumi, accompagnata da moderate quantità di latticini e dall’assunzione costante di grassi polinsaturi (la cui carenza può essere concausa di un’infiammazione sistemica e/o cerebrale) sia associata ad una minore incidenza di depressione nei soggetti a rischio. [Bear, T. L., Dalziel, J. E., Coad, J., Roy, N. C., Butts, C. A., & Gopal, P. K. (2020). The Role of the Gut Microbiota in Dietary Interventions for Depression and Anxiety.]. 

La depressione può causare anche disturbi alimentari?

Seguire una dieta equilibrata, per i soggetti inclini alla depressione o depressi, non è semplice, per via della carenza iniziale di serotonina, che comporta il manifestarsi dei sintomi tipici del disturbo dell’umore. E sappiamo ormai molto bene quanto appetito e umore siano altamente collegati. La serotonina prodotta soprattutto nel tratto gastroenterico oltre che nel cervello, ad esempio, regola il tono dell’umore, la qualità del sonno, la sessualità e l’appetito.  

Cosa succede se il nostro equilibrio si altera?

Se il nostro equilibrio si altera, è facile che possano comparire disturbi alimentari di tipo compulsivo, altrimenti identificati come fame nervosa, che porta i soggetti depressi ad un’assunzione incontrollata di zuccheri semplici. Quando si assumono zuccheri, infatti, l’ormone insulina facilita l’ingresso degli aminoacidi nelle cellule, ad eccezione del triptofano, precursore della nostra serotonina. Il triptofano, restando in circolo nel sangue, può essere assimilato dal sistema nervoso centrale, ripristinando il buonumore in tempi relativamente brevi. In questi casi ne deriva un disturbo del comportamento alimentare che, nel migliore dei casi, comporta l’aumento del peso corporeo e la comparsa di problematiche intestinali. 

Può essere d'aiuto rivolgersi ad un nutrizionista?

Quando insorgono queste problematiche, è consigliabile farsi seguire da uno specialista della nutrizione, che imposterà un regime alimentare adeguato con cibi ipocalorici, ma al contempo ricchi di triptofano. Una dieta specifica fornirà, oltre all’apporto calorico e nutrizionale ottimale, il giusto apporto di vitamine B e C (nutrienti che trasformano il triptofano in serotonina) e di acidi grassi insaturi.  

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